Asinara in Sardegna nasconde segreti e tradizioni che lasciano tutti senza parole: ecco i dettagli e le curiosità
Se sei in Sardegna o vuoi visitarla nei prossimi mesi, allora ti consigliamo di visitare Asinara, uno degli scorci situata nell’ultimo lembo di terra nel nord-ovest della Regione. In questo articolo, infatti, ti informeremo di dettagli, tradizioni, storie e culture di questo paese che ti stregheranno per sempre. Sei pronto? Allora continua la lettura magica.
In una intervista rilasciata a Il Corriere, proprio un educatore chiamato Giampaolo Cassitta, ha raccontato dettagli che riguardano Asinara, città per cui ha lavorato 13 anni: “La notizia era nota, ma l’ordine di sgombero arrivò per tutti improvviso e perentorio nella primavera del 1998. Non sapevamo se essere felici o meno. Questo per tutti noi aveva rappresentato un luogo dell’anima. Faceva paura a tutti, famosa com’era per essere la Caienna italiana. Poi però scoprivi che era un posto speciale, a sé stante. Non so se in un carcere normale sarei resistito. Qui era diverso: l’Asinara calmava, ti regalava pause incantevoli di fronte al mare, camminate nel silenzio. Ho imparato a dialogare con i detenuti sulla spiaggia, dentro una stalla, su un muretto di pietra. Così si creava empatia”.
Oggi l’Asinara è cambiato in quanto è uno dei punti di riferimento per chi vuole esplorare l’isola. Inoltre, è bene dirvi che in alcune aeree vi sono degli elementi molto importanti e, dato le sinuosità delle sue coste viene chiamata anche Sinuaria. La caratteristica sono i fondali totalmente bassi, dove è possibile trovare delle tra trasparenze difficili da descrivere.
Quando si parla di Asinara si fa riferimento ad un passato dove si può ricominciare e dove è importante ristabilire cultura e tradizioni che sono l’elemento imprescindibile di questa Isola. Enzo Cossu, medico del carcere ha voluto raccontare della sua esperienza affermando: “In queste acque abbiamo identificato ben 14 varietà cromatiche, dal bianco allo zaffiro, passando per diverse sfumature di verde”.
I ricordi più vivi di quel penitenziario ormai chiuso sono vivi camminando tra i vicoli di Cala d’Oliva, la sede della diramazione centrale del carcere, dove vivevano i familiari degli agenti. Ricordiamo persino la casa rossa, dove i magistrati Falcone e Borsellino trascorsero l’estate 1985. Oggi queste calette sono completamente deserte.
Un tempo queste calette appena citate nel paragrafo precedente erano molto frequentate tanto che Cala Giordano e Cala Sabina era viva e meravigliosa. Giovanni Cabeddu aggiunse: “Un tempo erano molto più frequenti anche perché gli agenti li usavano per stanare gli evasi nascosti nella vegetazione”.